Paolo è un ragazzo di 16 anni e, come tanti adolescenti, si dimostra un grande appassionato di videogiochi ma non altrettanto dello studio.
Abbiamo conosciuto Paolo presso il nostro centro: è venuto da noi per effettuare una valutazione.
Il motivo? Mal di testa fortissimi.
Aveva già fatto tutti gli accertamenti del caso: oculista, neurologo, osteopata, cardiologo… Persino una risonanza magnetica!
Fortunatamente tutte le prove avevano dato esito negativo, eppure i mal di testa continuavano incessanti al punto da rendere difficoltosa la normale routine quotidiana.
La routine di Paolo
Prima di iniziare la visita chiedo a Paolo quanto tempo trascorra a studiare e quanto sui videogiochi o sullo smartphone.
Il ragazzo ha un tutor che lo segue per via di alcune lievi difficoltà scolastiche: con lui riesce a finire i compiti in meno di un’ora!
Il resto del tempo è tutto dedicato a cellulare e pc.
Pausa per la cena e poi di nuovo immerso nel suo mondo virtuale.
Mi racconta che a volte sente gli occhi bruciare e altre volte vede sfocato. Poi, per qualche istante, ritorna a vedere bene.
La causa del mal di testa
L’esame evidenzia una lieve ipermetropia fisiologica con un visus perfetto da lontano e da vicino, buona visione stereoscopica e solo qualche imprecisione ripetuta nei movimenti saccadici veloci.
Quest’ultimo dato risulta correlato con le sue difficoltà scolastiche.
Poi misuriamo l’equilibrio binoculare da cui emerge un’elevata esoforia da vicino.
L’esoforia è una tendenza a convergere gli assi visivi più del necessario ma senza che ci sia una deviazione manifesta di un occhio. A volte è definita come strabismo latente.
L’esoforia induce anche una tendenza ad avvicinare sempre più il materiale che stiamo osservando da vicino, sia esso un libro o un telefonino.
E Paolo non fa eccezione.
Dopo pochi istanti di lettura o di ricerca di una notizia sullo smartphone si trova a soli 12 cm dallo strumento.
In queste condizioni, i muscoli che muovono gli occhi sono in costante ed esagerata contrazione: ciò produce cefalee prevalentemente nell’area frontale e temporale.
Al termine della valutazione, Paolo ci mostra un vecchio paio di occhiali di alcuni anni fa che utilizza ancora quando inizia ad avvertire il mal di testa.
In questo modo riesce a tollerare meglio il dolore.
L’occhiale, in effetti, serve proprio a correggere la piccola ipermetropia ma, evidentemente, non è sufficiente.
Sindrome da visione al computer
Questo è un caso estremo di sindrome da visione al computer.
Ovviamente chiedere a Paolo di sospendere definitivamente l’utilizzo dei videogiochi sarebbe stato impossibile; d’altra parte risultava necessario intervenire tempestivamente.
Per questo motivo abbiamo proposto una riduzione del tempo sui dispositivi e un impiego diverso dei videogiochi.
Oggi Paolo continua ad utilizzarli esclusivamente su consolle, guardando la televisione a circa 3 m di distanza ed usando stabilmente l’occhiale per ipermetropia.
Il ragazzo tiene un diario delle sue cefalee così, tra un mese, potremo vedere se ci saranno stati cambiamenti importanti.
Ovviamente non basta agire su questo aspetto ma sarà necessario effettuare anche un visual training specifico.
Il motivo per cui non abbiamo iniziato subito con l’allenamento visivo è perché, siamo quasi certi, non avremmo ottenuto il supporto necessario da parte del ragazzo.
I risultati che potrà verificare personalmente, dopo aver messo in pratica questi primi piccoli accorgimenti, lo motiveranno ad intraprendere un percorso di allenamento visivo.