La capacità di percepire la profondità è un’abilità che si sviluppa grazie al confronto tra le immagini percepite dai due occhi.
Anche se sembra che ciò che osserviamo con un occhio sia esattamente identico a quello che vediamo con l’altro, in realtà ci sono delle differenze.
Per rendercene conto è sufficiente guardare un oggetto coprendo alternativamente uno dei due occhi; noteremo delle minime variazioni che diventeranno sempre più marcate quanto più avvicineremo l’oggetto al viso.

Le aree della corteccia deputate ad analizzare le immagini effettuano proprio questo confronto in tempo reale e forniscono una sintesi percettiva che è la visione tridimensionale. Grazie a questa capacità siamo in grado di calcolare con maggiore accuratezza le distanze tra noi e gli oggetti del mondo circostante; possiamo manipolare con più facilità anche piccoli strumenti.

Percezione della profondità: la stereopsi

Questa percezione della tridimensionalità, chiamata STEREOPSI, non è una competenza congenita, presente sin dalla nascita, ma si matura gradualmente nel tempo. Affinché si sviluppi correttamente sono necessarie alcune cose:

  • Non devono esserci difetti visivi molto differenti tra i due occhi
  • Le immagini percepite dai due occhi devono essere simili 
  • Non deve esserci strabismo
  • Le immagini devono essere allineate
  • Si deve poter interagire con l’ambiente
  • L’esperienza motoria e tattile devono confermare ciò che è percepito

Quando queste condizioni non si verificano il bambino non sviluppa stereopsi, con tutte le conseguenze sulle sue abilità motorie fini. 
Per valutare la presenza di stereopsi si utilizzano due tipologie di test.

I test

Nel primo caso si impiegano immagini polarizzate ed occhialini abbinati, come si fa per vedere un film in 3D.

Stereopsi test della mosca
Stereopsi test

Una seconda categoria di prove usa dei puntini disposti in modo casuale che formano delle immagini solo se è presente  stereopsi.

Stereopsi - Lang stereotest
Stereopsi – Lang stereotest

Se la stereopsi è assente ed il bambino è piccolo è possibile, recuperando alcune condizioni e con opportune stimolazioni, far sviluppare la percezione tridimensionale. 

Alcuni giorni fa ad un bimbo di 5 anni ho fatto vedere questa immagine e gli ho chiesto cosa vedesse nel cartoncino. 

La sua risposta è stata rapidissima: “è un green pass”.


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