Quando un bambino impara a leggere, segue una serie di tappe specifiche.
Durante l’apprendimento delle singole lettere il bambino impara ad associare una particolare forma grafica ad un suono. 
Con un’esposizione continua, il riconoscimento diventa automatico; così quando il bambino vede il simbolo grafico “U” pronuncia la vocale “u” senza doverci riflettere.
A questo punto inizia a fondere insieme le lettere, componendo le varie sillabe.  Inizialmente saranno nella forma più semplice CV (Consonante – Vocale) e raggiungeranno via via le forme più complesse, come “gli” o “stra”. 
Infine il suono di più sillabe fuse insieme darà forma alla parola.

 Le prime letture di  frasi brevi avvengono attraverso una progressiva analisi delle varie sillabe cha a loro volta compongono le parole del testo.
Per avere un esempio pratico sarà sufficiente ascoltare un bimbo di prima elementare che legge ad alta voce.

Alcune parole che compaiono più spesso (definite ad alta frequenza d’uso)  cominciano ad essere riconosciute nella loro globalità senza che ci sia più la necessità di guardare ogni singola lettera. Siamo giunti  in quella che è definita fase lessicale. Questo ci permetterà gradualmente di diventare sempre più rapidi ed efficienti nella lettura, aumentando le parole visivamente immagazzinate.

A volte,  per vari motivi,  il bambino non riesce a sbloccarsi dalla fase sillabica e continua nel tempo a leggere con questa modalità. 

In lingue come l’italiano (definite trasparenti perché ad ogni grafema corrisponde un unico suono)  questo comporta generalmente una marcata lentezza anche se la correttezza e la comprensione sono spesso adeguate.

Nei prossimi post vedremo come alcune alterazioni visive possono ostacolare il passaggio dalla fase di lettura sillabica alla fase lessicale. 


Qui trovi la parte 2 dell’articolo

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